Questa parte del progetto è stata ideata e realizzata interamente dai nostri studenti. Siamo nel campo delle Scienze Umane, materia di indirizzo della classe coinvolta nel progetto, ed è stata attuata con la collaborazione di tre docenti a cui si è aggiunta una quarta docente nel secondo anno. Molto complessa e articolata, infatti è stata realizzata in parte l'anno scorso per essere completata a gennaio di quest'anno.
I nostri studenti hanno realizzato un test per capire qual è il grado di benessere psicofisico.
I ragazzi, guidati dalla prof.ssa Preziosa Morabito, insegnante di Scienze Umane, hanno lavorato con approccio collaborativo.
Nella parte grafica e digitale gli studenti sono stati supportati dal nostro Animatore digitale, prof.ssa Luisa Cicconardi.
Terminato il test compare l'esito con il proprio profilo. Clicca sull'immagine e prova anche tu!
Gli studenti delle scuole partner l'hanno sperimentato e, a detta degli insegnanti, si sono divertiti molto.
Ma per elaborare le domande del test c'è stato un lavoro di riflessione su di sè per rispondere alla domanda: "What makes me feel good?" seguito da dibattito.
Un esempio di risposte:
Skating makes me feel happy because I don’t think of anything but I think only to give my best and I feel free as if I had no problems. Listening to music makes me feel happy too because when I wear the headphones I relax and I daydream, I think only of the beautiful moments of the day and I repeat many times the best thing that happened to me.Hanno quindi elaborato le domande del test, individuando, oltre alla risposta giusta, una risposta che desse un contributo di benessere del 50% rispetto alla prima e un'altra a cui attribuire 0 punti.
Infine hanno elaborato i tre profili di fine test. Sembra facile, ma vi assicuro che non lo è affatto.
Gli studenti della II A (siamo ormai in seconda) hanno approfondito il tema del benessere psicologico. Hanno studiato i problemi che gli adolescenti incontrano nel loro percorso di crescita, investigandone le cause e cercando di trovare dei suggerimenti per superare le difficoltà.
Metodo cooperativo problem-based: posto l'obiettivo, gli studenti si sono proposti per effettuare ricerche sui vari aspetti della tematica proposta, che essi stessi avevano individuato. Successivamente hanno dovuto operare delle scelte (sintesi) e scegliere le immagini per realizzare una o due slide al massimo ciascuno. Non vi è stato quindi all'inizio un lavoro di gruppo, ma brainstorming e lavoro individuale che ognuno ha scelto spontaneamente, ma diverso per ognuno. (Chissà perché quando si parla di cooperative learning molti pensano ai lavori di gruppo). C'era però un feedback continuo: in classe (dove avveniva il trasferimento reciproco di contenuti e dei progressi fatti, o in laboratorio di informatica (nelle ore di inglese ricerche, traduzioni, realizzazione slide), ma anche a casa (whatsapp e email per la correzione individuale e la consegna delle slide).
Continua...
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